martedì 26 febbraio 2008

WILLIAM

....era Novembre di qualche anno fa'
..l'aula era sempre gremita di gente,qualcuno distrattamente guardava dalla finestra...qualcuno disegnava sul banco....altri chiacchieravano...altri come me rimanevano incantati dalla passione dell'uomo dalla voce soave!Potevo chiudere gli occhi e immaginare le smorfie del suo viso ...
credo di doverlo ringraziare sempre...
ogni volta che mi manca un'aula universitaria...
ogni volta che mi manca quell'adrenalina...
l'attesa del voto...
il terrore di sbagliare....
le mani sudate..
la gioia...di sapere!


"GIULIETTA: Vuoi già partire? Il giorno non è ancora vicino: era l'usignolo, e non
l'allodola, quello che ti ha ferito col suo canto l'orecchio trepidante; esso canta tutte le notti su quel melograno laggiù: credi, amor mio, era l'usignolo.

ROMEO: Era l'allodola, messaggera del mattino, non l'usignolo: guarda, amore, come quelle strisce di luce invidiose della nostra gioia, cingono di una frangia luminosa le nubi che si disperdono laggiù nell'oriente; i lumi della notte si sono spenti a poco a poco, e il dì giocondo si affaccia in punta di piedi sulle nebbiose cime delle montagne: io debbo partire e vivere, o restare e morire.

GIULIETTA: Quella luce laggiù non è la luce del giorno, io lo so bene:

è qualche meteora che il sole emana, affinché stanotte essa ti sia come una face, e rischiari la via a te in cammino per Mantova; perciò rimani ancora; non è vero che tu devi partire ad ogni costo.

ROMEO: Mi prendano pure, mi mettano a morte: io sono contento, se tu vuoi così. Dirò che quel barlume laggiù non è l'occhio del mattino, ma il pallido riflesso della fronte di Cinzia; dirò che non è l'allodola quella che ferisce coi suoi accenti la volta del cielo, su in alto sopra le nostre teste: io ho più desiderio di rimanere che volontà di partire: vieni, o morte, e sii la benvenuta! Giulietta vuol così. Va bene, anima mia? discorriamo, non è ancor giorno.

GIULIETTA: E' giorno, è giorno: parti, fuggi di qua, presto! è l'allodola quella che canta in sì discordi accenti, sforzando la sua voce a striduli suoni e sgradevoli acuti. Dicono che l'allodola canta come da una dolce partitura: questa no, poiché partisce noi due; dicono che l'allodola e l'aborrito rospo hanno fatto scambio degli occhi: oh, in questo momento io vorrei che si fossero scambiata anche la voce! poiché quella voce ci strappa con terrore l'una dalle braccia dell'altro e scaccia di qui te sonando la sveglia al giorno. Ah, parti, ora: la luce si fa sempre più chiara.

ROMEO: Più chiara, sempre più chiara; e di più in più cupi i nostri dolori!"


1 commento:

Maggie ha detto...

...non possono audaci parole nutrire illusioni...
...sguardi famelici implorano un piccolo assaggio di vita altrui...
...sguardi voraci si avventano
sul fiero pasto senza decenza...